Roberto Ziliani (Slamp): l'evoluzione della luce che da lampada passa ad arredo e diventa rivestimento architetturale | BusinessCommunity.it
BusinessCommunity.it

11/06/2025

cover

Roberto Ziliani (Slamp): l'evoluzione della luce che da lampada passa ad arredo e diventa rivestimento architetturale

Come l'azienda ha ridefinito il concetto di illuminazione, abbracciando l'innovazione e la sostenibilità

Andare oltre la luce: questa è sempre stata la promessa di Roberto Ziliani, CEO e fondatore di Slamp, Compasso d'Oro alla carriera. Oggi la luce è elemento d'arredo e va anche oltre. Ne abbiamo parlato in questa lunga intervista.

Partiamo dagli inizi: qual era la visione, la missione dietro la nascita di Slamp?


Slamp nasce da un'idea chiara e innovativa: creare un prodotto di design accessibile, leggero, resistente e facilmente trasportabile. L'obiettivo era combinare funzionalità e stile in un oggetto luminoso che potesse adattarsi a diversi contesti abitativi. Il primo concept formale fu estremamente essenziale - un cilindro - e per la parte decorativa collaborammo con i graphic designer di Swatch, dando vita a una collezione che univa spirito pop e ricerca estetica.

E come è stato accolto inizialmente questo prodotto così diverso?

All'inizio, il mercato ha accolto il prodotto con una certa diffidenza: molti si chiedevano se fosse davvero una lampada, perché rompeva completamente gli schemi tradizionali. Ma proprio questa sua originalità ha permesso di ridefinire il concetto stesso di lampada, aprendo nuove strade nel mondo del lighting design.   Il successo è arrivato rapidamente. Il prodotto, con la sua forma totemica, smontabile e i decori più disparati , era concepito per essere collezionato. Ogni pezzo era numerato, come un'opera d'arte, a conferma della sua unicità. Era un oggetto luminoso, accessibile e comprensibile, che portava il design nelle case di un pubblico ampio senza rinunciare alla qualità e all'identità estetica.

Qual era il contesto sociale ed economico in cui Slamp ha iniziato a farsi strada?

Parliamo di circa 35-40 anni fa, un periodo in cui stava cambiando l'approccio all'abitare. I giovani cominciavano a lasciare la casa dei genitori senza necessariamente portare con sé i mobili ereditati dalle generazioni precedenti. Era un momento di transizione culturale, in cui prendeva piede una nuova sensibilità verso l'arredo: più libera, più personale, meno legata alla tradizione. È in questo contesto che Slamp ha cominciato a distinguersi, proponendo un prodotto contemporaneo, innovativo, capace di interpretare quel desiderio di cambiamento.

Avete avuto un grande successo commerciale con questi prodotti?

Assolutamente sì. Arrivammo a produrre fino a 350.000 lampade all'anno, un risultato notevole per quei tempi. C'era un forte desiderio di arredare con la luce e con stile, e Slamp rispondeva perfettamente a questa esigenza: bastava una nostra lampada per creare subito un'atmosfera unica in casa.

Chi vi ha ispirato o supportato in questa fase iniziale?


All'inizio ho potuto contare su competenze trasversali provenienti da diversi settori, grazie anche alla guida di Alessandro Mendini. Fondamentale è stata inoltre la vicinanza di Alberto Alessi, che con generosità offriva consigli a chi aveva voglia di fare. Questo supporto mi ha aiutato a sviluppare un modello distributivo innovativo, partendo dalle liste nozze e arrivando a integrare mobili e illuminazione, seguendo un'evoluzione che stava coinvolgendo tutta l'Europa.

Dopo questo successo, qual è stata l'evoluzione?

Molti si aspettavano che, dopo il primo successo, ci saremmo orientati verso prodotti più tradizionali. In realtà, sono rimasto fedele all'idea originaria: costruire un'azienda che trasformasse un semplice foglio in un oggetto tridimensionale, senza colle, solventi, viti o saldature - una visione piuttosto audace 35 anni fa. Ho continuato su questa strada collaborando con architetti e designer di talento, mantenendo intatta la nostra identità progettuale. Ancora oggi, ogni nostra lampada nasce da un foglio, attraverso un processo di trasformazione creativa e tecnica che è alla base del nostro DNA.

Quindi la produzione è un processo molto particolare?

Sì, il nostro processo produttivo è unico. Entrando in azienda, l'atmosfera ricorda più una maison di haute couture che uno stabilimento di illuminazione tradizionale. Le nostre lampade nascono da fogli di tecnopolimero: materiali leggeri, resistenti e infrangibili. La maggior parte dei prodotti è assemblata completamente a mano, senza colle, cuciture o viti. I singoli componenti, sagomati con tagli e asole, vengono incastrati manualmente dalle nostre "Sarte della Luce", artigiane specializzate nel dare forma alla luce. Per fare un esempio: il nostro best seller Veli, nella sua versione più grande, richiede 256 incastri manuali differenti, che un'operatrice esperta riesce a completare in circa 30 minuti.


È una lavorazione artigianale a tutti gli effetti, ma con una struttura produttiva capace di sostenere numeri industriali: arriviamo a realizzare fino a 65.000 lampade all'anno.

Parlavamo di materiali. Quali tecnopolimeri utilizzate e con quali caratteristiche?


Utilizziamo diversi tipi di tecnopolimeri, dal polipropilene modificato con una mescola arricchita secondo nostre specifiche, fino al policarbonato, lo stesso materiale impiegato per fari automobilistici e occhiali da vista e da sole. Questi sono materiali nobilitati, a cui vengono aggiunti specifici inerti che ne migliorano le prestazioni. Grazie a questi additivi, i nostri tecnopolimeri garantiscono elevata sicurezza, essendo auto estinguibili e resistenti alle fiamme, e mostrano ottima protezione contro i raggi UV. Inoltre, sono estremamente infrangibili e resistenti alle tensioni generate durante l'assemblaggio, assicurando così durata e affidabilità nel tempo.


La sostenibilità è un tema cruciale oggi. Come si posiziona Slamp?

Slamp presta da sempre grande attenzione all'ambiente, con un approccio molto rigoroso alla sostenibilità con una profonda cultura sul riciclo fin dalla fondazione dell'azienda. Lavoriamo esclusivamente con tecnopolimeri riciclabili.
I residui di lavorazione non vengono semplicemente scartati: grazie a un accordo con un partner locale, questi materiali trovano nuova vita nella produzione di articoli utili come arnie per bombi, piedini per ospedali e piccoli giocattoli.

Come percepite la demonizzazione che a volte subisce la plastica?


La plastica spesso viene vista in modo negativo, ma in realtà è un materiale prezioso e insostituibile, come dimostrato anche durante la pandemia con l'importanza di dispositivi medici e confezioni monouso. Il vero problema non è la plastica in sé, ma l'uso improprio e lo smaltimento non corretto. I materiali plastici hanno un ciclo di vita potenzialmente infinito, poiché possono essere riciclati e rigenerati più volte. In questa direzione, stiamo lavorando con il nostro reparto ricerca e sviluppo per creare prodotti realizzati al 100% con plastica riciclata, confermando il nostro impegno verso un futuro sostenibile.


Vede un futuro per la plastica riciclata in altri settori?

Sì, ritengo che assisteremo a una crescente adozione della plastica riciclata in vari settori. Già oggi, in ambiti come l'elettronica e gli elettrodomestici, si osserva un utilizzo significativo di materiali riciclati, soprattutto nelle componenti interne non visibili. Questo trend indica una maggiore fiducia nelle prestazioni della plastica riciclata e una volontà diffusa di ridurre l'impatto ambientale attraverso soluzioni più sostenibili.

Slamp è nota per la luce decorativa. Vi state spostando anche sulla luce tecnica?


Restiamo focalizzati sulla luce decorativa, ma ci stiamo aprendo a soluzioni che integrano anche funzioni tecniche. Oggi, il confine tra decorativo e tecnico è sempre più sfumato: anche i prodotti funzionali richiedono un'estetica curata, e Slamp porta il suo design distintivo anche in questo ambito.


Avete sperimentato anche con materiali diversi dalla plastica per l'esterno?

Dopo 30 anni di luce decorativa da interni, in occasione del passato Salone del Mobile abbiamo presentato le nostre nuove collezioni outdoor. Le due collezioni firmate da Adriano Rachele (Bang!) e Doriana e Massimiliano Fuksas (Charlotte) sono realizzate in metallo ma mantenendo sempre le caratteristiche che contraddistinguono i nostri prodotti indoor: partiamo da un foglio piano, ripiegato.

Qual è la prossima grande sfida, la "fase 2" di Slamp?


La grande novità che caratterizza la nuova fase dell'azienda è il sistema modulare Nuvem Outdoor. Il progetto è tutt'ora in fase di continuo sviluppo poiché le potenzialità sono infinite.


Nuvem è ancora una lampada?

Continuiamo a stravolgere il concetto di lampada, l'innovazione è il nostro motore principale. Nato come soffitto luminoso modulare per indoor, Nuvem Outdoor è una decorazione parietale, un'edera tecnologica, un sistema ombreggiante, un sistema luminoso impermeabile, qualcosa che prima non c'era e che non è mai uguale. Il materiale per la versione da esterno è il policarbonato V0. Un materiale con certificazione V0 è autoestinguente e sicuro per applicazioni ad alta resistenza al fuoco, ideale per il settore di illuminazione.

Che impatto ha Nuvem negli interni e come si prepara per l'esterno?


Nuvem è molto più di una lampada: è una superficie luminosa modulare che trasforma gli spazi. Il suo sistema di sospensione e la possibilità di modellarla liberamente permettono installazioni scenografiche e fluide. Molto usata nel contract dove può diventare un baldacchino moderno o una struttura sospesa dal forte impatto visivo. Oppure come nel progetto della catena di saloni per parrucchieri Solidani, riporta l'attenzione verso l'alto all'interno di uno spazio dove i clienti passano molto tempo con il naso all'insù.


Quando diventa outdoor cambia la percezione degli stabili, può avvolgerli e dargli una connotazione completamente diversa, illuminandoli.

Questo significa una collaborazione ancora più stretta con gli architetti?


Assolutamente sì. Collaborare con architetti e progettisti è fondamentale per offrire loro strumenti innovativi che spesso non conoscono ancora, ma che aprono nuove possibilità progettuali. Il soffitto, nell'architettura contemporanea, è spesso trascurato o occupato da elementi tecnici. Noi vogliamo ridargli dignità, trasformarlo in una superficie decorativa e luminosa. È un approccio ancora poco esplorato, ma con un grande potenziale, soprattutto nel mondo del contract e dello spazio pubblico.


Slamp offre un servizio di consulenza e progettazione per il sistema Nuvem, guidando i progettisti e i clienti nella configurazione che sarà completamente adattata alle caratteristiche del progetto e alle esigenze specifiche dello spazio grazie agli accessori standard e customizzabili del sistema.

Quindi Nuvem può trasformare anche strutture anonime?


Assolutamente. Molti stabili commerciali ad esempio hanno esterni anonimi e poco caratterizzati. Nuvem consente di trasformare queste superfici esterne, smussando spigoli e creando onde di luce che donano un effetto contemporaneo e di grande impatto visivo. È un modo efficace per dare nuova vita e personalità a spazi altrimenti piatti e anonimi.


Come state gestendo l'interesse per Nuvem a livello organizzativo?

Dopo la presentazione al Salone del Mobile, l'interesse da parte degli architetti è stato molto forte, anche da mercati finora più cauti. Nuvem è una soluzione versatile che trasforma spazi e paesaggi architettonici, dando nuova personalità a soffitti e pareti. Non si tratta di semplice arredamento, ma di un elemento che cambia radicalmente la percezione e l'atmosfera di un ambiente.

Ci sono già applicazioni concrete visibili?


Per la versione da interni, oltre alla catena Solidani, possiamo citare la Boutique Testoni di Milano in zona Montenapoleone o il ristorante di Max Mariola sempre qui a Milano. I progetti realizzati dal lancio del 2019 sono tanti e molti visibili sul nostro sito slamp.com.


Abbiamo rivestito l'ingresso del nostro Head Quarters - un monolite nero opaco e cemento -  con la versione Outdoor per un effetto di contrasto unico e irripetibile.

BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo


Copertina BusinessCommunity.it