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25/06/2025

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Gigi Beltrame

AI e i processi aziendali

Si parla di strumenti e di persone, ma la verità è che l'AI, gli agenti e la robotica cambiano i processi nelle aziende

Nel dibattito sull'intelligenza artificiale (AI), spesso l'attenzione è polarizzata sull'impatto diretto sui singoli posti di lavoro, immaginando scenari in cui le macchine sostituiscono l'operato umano a livello individuale.
Questa prospettiva, tuttavia, rischia di farci perdere di vista la vera e più profonda trasformazione in atto: l'AI non sta semplicemente affiancando o potenziando il lavoratore singolo, ma sta radicalmente cambiando i processi aziendali nella loro interezza.
Partecipando a tanti eventi, sento raccontare l'AI in tanti modi, ma davvero pochissimi stanno spiegando alle aziende che è una tecnologia che è valida per molte cose e che impatta prima di tutto sui processi, le persone sono un di cui.

Quante volte avete sentito il refrain "human in the loop" e "supervisione umana"?

L'AI modifica i processi, fa in modo che le persone siano sempre meno coinvolte: questa è la verità!

L'errore comune è concentrarsi sull'utilizzo dei "foundation model" intesi come strumenti con cui l'utente interagisce direttamente, come Chat GPT. Si pensa che l'AI sia per il singolo individuo che scrive un comando e riceve una risposta. Questa visione è fuorviante. Mentre l'AI generativa "esegue un compito", la vera rivoluzione è portata dagli "agenti AI" che "gestiscono un processo". Questi agenti agiscono in autonomia all'interno di una parte del processo aziendale, sostituendo segmenti complessi del lavoro umano.

Vi tranquillizzo: questo non significa necessariamente licenziamenti di massa, ma piuttosto un "quiet firing", ovvero una riduzione della necessità di nuove assunzioni grazie all'efficientamento interno.
Non sto parlando del futuro!

Società come Spotify, Microsoft, Klarna, IBM e Salesforce hanno già modificato le loro politiche di assunzione: un manager che richiede una nuova risorsa deve ora giustificare perché quel compito non può essere svolto da un'AI.
Le stime sono significative: si parla di centinaia di milioni di posti di lavoro che non esisteranno più a livello globale.
Ma lo ripeto: non perché le persone chattano con Chat GPT, ma perché "tutta una serie di processi... non passano per un umano".

Dario Amodei, CEO di Anthropic, ha persino parlato di un "bagno di sangue per i colletti bianchi", con la scomparsa stimata del 50% dei lavori di colletti bianchi entro tre anni.
Questa trasformazione è pervasiva ma spesso invisibile.
Il cambiamento non è più a livello dell'utente che interagisce con l'AI, ma a monte o a valle del suo lavoro attuale. Centinaia di migliaia di piccole aziende, dagli studi di commercialisti ai panettieri, stanno implementando sistemi basati su agenti AI, spesso senza nemmeno sapere che si tratta di AI.
Questo porta a una "dipendenza silente" e a "punti di strozzo" (choke points) in cui l'innovazione e i processi automatizzati dipendono da un numero ristretto di modelli fondazionali.


Chiudo con un altra considerazione.
L'AI sta diventando il nuovo "sistema operativo dell'economia".
Impatta in tanti modi, impatta in tante situazioni, anche le meno evidenti e genera modifiche ai processi che toccano ogni settore, dalla produzione alla finanza, fino alla gestione delle risorse umane.
Comprendere questa pervasività silenziosa è fondamentale per navigare il futuro economico e normativo.

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