I quattro volti di una generazione che sfida i luoghi comuni - Libro "Ma quale Gen Z?"
Morace e Gobbi (per Egea): i giovani non sono una massa indistinta ma un universo complesso
In modo semplicistico e riduttivo, siamo soliti etichettare sotto la definizione Gen Z i nati tra il 1996 e il 2012. Ma se si analizza con maggiore dovizia questo universo, si rimane sorpresi dalle molteplici sfaccettature che lo compongono. È quanto fatto Francesco Morace e Linda Gobbi, sociologi, nel loro ultimo scritto "Ma quale Gen Z?" (edito da Egea, 2025), in cui condividono i dati di una ricerca inedita che suddivide la Generazione Z in quattro nuclei diversi - rispettivamente ExpoTeens, ExperTeens, CreActives e ProActives - analizzandone attitudini, valori e comportamenti. Ne emerge che la generazione sulla bocca di tutti non è così monolitica come in molti vorrebbero credere (e farci credere). Al contrario, osservandola è possibile individuare ben quattro nuclei diversi di individui che, sebbene uniti da alcuni profondi segni distintivi, si differenziano tra loro per caratteristiche assai peculiari. Uno studio che finalmente ci porta alla scoperta di attitudini, valori e comportamenti di una generazione che sfida i luoghi comuni.

La definizione più condivisa dai guru del marketing racchiude sotto la denominazione Gen Z tutti i nati tra il 1996 e il 2012: un'estensione - spiegano gli Autori - già a colpo d'occhio oramai troppo ampia per descrivere come un unicum generazionale il cluster che va dai 12 ai 29 anni.
La ricerca e i quattro nuclei
Sulla base di una ricerca originale realizzata sul campo da Future Concept Lab in collaborazione con Sylla e Webboh-LAB sul volgere del 2024, Morace e Gobbi propongono una documentatissima e dettagliata descrizione degli adolescenti italiani che poi diventano giovani adulti. L'obiettivo? Rendere il rebus "Gen Z" più comprensibile da un lato per un mondo adulto - fatto di genitori e insegnanti - sempre più impreparato nell'affrontare una generazione così variegata, stimolante ma anche problematica e per alcuni aspetti misteriosa; dall'altro, per un mercato segmentato nel quale il mondo delle imprese deve imparare ad adattare la propria offerta alle specificità di ciascun gruppo.
Emerge uno scenario complesso, frastagliato, sovente interpretato alla luce di luoghi comuni che sondaggi d'opinione poco approfonditi non aiutano a dipanare. Al ritratto di una generazione monolitica si sostituiscono così ben quattro «nuclei Z»: gli ExpoTeens (13-15 anni), gli ExperTeens (16-19 anni), i CreActives (20-24 anni) e i ProActives (25-29 anni).
I quattro profili
Il libro è costruito su questi quattro profili, tra i quali emergono differenze importanti sia nei valori sia nei comportamenti, tra le ansie crescenti dei più giovani e il pragmatismo digitale dei più adulti che affrontano il mercato del lavoro. Per tratteggiare questi profili possiamo iniziare dagli ExpoTeens (13-15 anni), i più giovani, immersi in un mondo di stimoli digitali e social media. Vivono in una costante ricerca di riconoscimento, con un forte desiderio di esporsi e farsi notare. Per loro, i social sono una vetrina in cui mostrarsi, postare foto e condividere momenti della propria vita. Sono caratterizzati da un'ansia crescente, alimentata dalla pressione di apparire perfetti e dall'ossessione dell'immagine. La loro vita è un mix di parossismo emotivo, curiosità e una costante ricerca di conferme dai coetanei;
- ExperTeens (16-19 anni), gruppo che inizia a distaccarsi dall'immediatezza degli ExpoTeens, sviluppando una maggiore consapevolezza di sé. Cominciano a definire i loro percorsi, sia di studio che personali, con comportamenti più pragmatici. Sono in una fase di "allenamento" delle proprie competenze, cercando di migliorarsi e di capire quali siano i loro talenti. L'attenzione alla cultura e alla preparazione diventa centrale. Meno ossessionati dall'immagine rispetto ai più giovani, iniziano a costruire un'identità più solida, fatta di interessi, passioni e primi obiettivi professionali. Mantengono ancora una certa dipendenza dalla famiglia, ma mostrano i primi segni di autonomia;
- CreActives (20-24 anni) quello che possiamo definire il nucleo creativo esperimentale della Gen Z. Fortemente orientati alla sostenibilità e all'attivismo ambientale, vedono il mondo come un territorio da esplorare e trasformare. Amano viaggiare, scoprire nuove culture e sperimentare stili di vita alternativi. Sono cosmopoliti, interessati a progetti che possano avere un impatto positivo sul mondo. La loro vita è un continuo equilibrio tra passione, rischio e innovazione, con una forte spinta verso esperienze che li arricchiscano personalmente e professionalmente;
- Infine i ProActives (25-29 anni), il gruppo più vicino al mondo adulto, caratterizzato da una forte proattività e dal desiderio di ottimizzazione. Hanno iniziato a definire percorsi professionali più stabili e a costruire progetti di vita più strutturati. Utilizzano la tecnologia in modo funzionale, cercando di massimizzare efficienza e risorse. Sono molto attenti all'equilibrio tra lavoro e vita personale, e cominciano a valutare prospettive come la famiglia o una relazione stabile;
"La Gen Z non è un gruppo omogeneo, ma un universo complesso e sfaccettato", spiegano Morace e Gobbi. "Abbiamo voluto scardinare gli stereotipi che vogliono questi giovani come una massa indistinta, dimostrando invece come ciascun nucleo - dagli ExpoTeens ai ProActives - abbia una propria identità unica, valori distintivi e modalità di relazione con il mondo. Il nostro viaggio attraverso questa generazione rivela una straordinaria capacità di adattamento, creatività e resilienza. Questi giovani non sono solo consumatori passivi, ma attivatori di cambiamento sociale, pronti a reinventarsi continuamente e a sfidare le logiche tradizionali. Il loro sguardo è rivolto al futuro, con una passione per l'esplorazione che li rende i nuovi Marco Polo del nostro tempo: capaci di attraversare confini geografici e mentali, sempre alla ricerca di connessioni autentiche e di opportunità di crescita".
Insomma, profili diversi per una società e un lavoro sempre più integrati, in cerca di nuovi leader.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione