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23/07/2025

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Il costo nascosto della comunicazione senza regia: così si indebolisce il brand

Ruzza (Isual): la mancanza di una strategia confonde i clienti e erode la fiducia nel marchio, trasformando ogni interazione in un potenziale danno

Nel panorama digitale odierno, ogni singola interazione di un'azienda con il pubblico plasma la sua identità. Tuttavia, molte realtà sottovalutano il danno profondo che una comunicazione frammentata può causare. Il problema non risiede nel singolo contenuto, ma nell'assenza di una visione unificata che guidi ogni messaggio, rischiando di trasformare anche i post più creativi in veri e propri boomerang.
La radice di questa inefficienza è chiara: appena il 25% delle aziende dispone di linee guida precise per la propria comunicazione, lasciando il restante 75% all'improvvisazione. Considerando che sono necessarie tra le 5 e le 7 interazioni affinché un consumatore riconosca un marchio, una disparità nello stile comunicativo può annullare completamente questi sforzi. Secondo Renderforest, la coerenza nella comunicazione può incrementare i ricavi del 23%. Al contrario, il 71% delle aziende ammette che la mancanza di uniformità genera confusione nei clienti, con conseguenze dirette: 1 cliente su 3 decide di abbandonare un marchio dopo una singola esperienza negativa.

Le manifestazioni di questa incoerenza sono sotto gli occhi di tutti: addetti alle vendite che realizzano balletti su TikTok in divisa, scaffalisti che pubblicano reel personali mescolando vita privata e promozioni aziendali, o post ironici e fuori luogo che, pur strappando un sorriso, lasciano un'impressione errata. Anche se non provengono dai canali ufficiali, queste azioni contribuiscono a narrare il marchio, spesso in modo dissonante rispetto all'identità desiderata.
Nel net-marketing, sia che si tratti di franchising, punti vendita locali, affiliati, assicurazioni o agenti, la forza dovrebbe derivare dalla moltiplicazione del messaggio. Senza regole condivise, tuttavia, si ottiene l'effetto opposto: ogni voce segue la propria strada, e nessuno ascolta veramente. «Il digitale non perdona l’improvvisazione, soprattutto quando si è presenti in tanti luoghi e con tante persone coinvolte», spiega Arianna Ruzza, fondatrice di Isual, una società che mira a semplificare e coordinare la comunicazione nelle reti commerciali. «Quando mancano indicazioni chiare, anche i contenuti più simpatici rischiano di danneggiare l’immagine complessiva. Servono strumenti facili, che aiutino chi lavora sul territorio a sentirsi parte della stessa narrazione, senza dover inventare tutto da capo ogni giorno».

Coordinare la comunicazione non significa imporre un bavaglio, ma fornire strumenti concreti. Il 90% dei consumatori si aspetta coerenza tra il sito web, i social media e il negozio fisico. Anche l'aspetto visivo è cruciale: l'uso costante di colori e font può aumentare l'impatto del brand fino all'80%. È inoltre rilevante considerare che il 73% delle persone si fida maggiormente di un marchio che presenta un'immagine curata e immediatamente riconoscibile.
Non sono necessari budget proibitivi, ma un metodo ben definito: linee guida semplici, contenuti preimpostati e piattaforme intuitive. Un marchio, infatti, non è solo un logo, ma tutto ciò che viene detto, mostrato e pubblicato quotidianamente. In un mondo dove ogni smartphone può diventare una vetrina, ogni contenuto rappresenta una scelta strategica. Un marchio forte si costruisce attraverso uno sforzo collettivo, non con iniziative isolate. Solo quando tutti comunicano con una voce distinta ma armonizzata, la rete si trasforma in una vera e propria forza congiunta.

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