La calma apparente dei mercati nasconde tensioni sottostanti
Nadège Dufossé (Candriam): l'agenda di Trump è in fase di realizzazione e gli investitori ne stanno prendendo atto. Ma attenzione a tre rischi
I mercati globali stanno attraversando una fase di forte slancio, mentre gli investitori si trovano a confrontarsi con il paradosso di una crescente percezione del rischio accompagnata da un rally degli asset. Con i fondamentali sottostanti che presentano un quadro sempre più complesso, ci aspettiamo che le prossime settimane portino più chiarezza sul fronte degli utili, del nuovo regime commerciale e delle svolte nelle politiche monetarie attese.
I mercati finanziari trovano sostegno nel ritorno della leadership dei titoli tech USA e nel crescente ottimismo degli investitori riguardo all'agenda economica del presidente Donald Trump. Sia sulla scena internazionale che sul fronte interno, il presidente degli Stati Uniti sta portando avanti con determinazione il suo programma. La sua influenza è diventata, sotto molti aspetti, inarrestabile. Pochi Paesi sono riusciti a opporsi all'aumento dei dazi introdotti da Washington e solo una manciata di membri del Congresso si è schierata contro il Big Beautiful Bill. L'agenda di Trump è in fase di realizzazione e gli investitori ne stanno prendendo atto.

Tuttavia, al di là delle incertezze legate ai conflitti armati in Ucraina e Medio Oriente, abbiamo individuato tre rischi principali che potrebbero influire sui mercati finanziari nel breve periodo:
- Ancora una volta, la trasformazione del commercio: i mercati stanno facendo i conti con la portata dei dazi USA. Le tariffe su settori specifici come farmaci, semiconduttori e auto potrebbero persistere più a lungo del previsto. Sebbene finora i mercati abbiano reagito con calma a questi sviluppi, gli effetti economici su margini, prezzi e intenzioni di investimento potrebbero manifestarsi in un secondo momento.
- Valutazioni e resilienza degli utili: l'S&P 500 e il Nasdaq scambiano vicino ai rapporti P/E più elevati del ciclo e l'ottimismo sugli utili rimane sostenuto, anche se gli indicatori principali come i nuovi ordini ISM iniziano a indebolirsi. Le discrepanze sono evidenti: i titoli ciclici continuano a sovraperformare quelli difensivi, nonostante il rallentamento dei dati. Questa asimmetria tra fondamentali e flussi crea una tensione delicata che può persistere solo finché la narrativa sulla crescita rimane incontrastata. Una stagione degli utili solida potrebbe essere un catalizzatore per allungare l'orizzonte di investimento e incrementare l'esposizione ad asset di rischio.
- Aspettative sui tassi vs. posizione delle banche centrali: le aspettative di politica monetaria in USA ed Europa sono più dovish rispetto alle posizioni effettive dei policy maker. I rendimenti reali si sono indeboliti, i tassi di break-even rimangono ben ancorati e la volatilità è contenuta. Tuttavia, questa calma apparente del mercato cela un contesto in cui la Fed è sotto pressione politica e la BCE deve affrontare sia il rallentamento dell'economia sia l'espansione fiscale in Germania. Abbiamo osservato che le aspettative del mercato di un taglio dei tassi da parte della Fed nel prossimo futuro hanno portato a un'inversione della curva dei rendimenti a breve termine, che si è chiaramente discostata dal resto della curva. Oltre alle riunioni della Fed e della BCE alla fine di luglio, gli investitori dovrebbero guardare con attenzione agli esiti del Simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole ad agosto.
Nel complesso, osserviamo un mercato trainato da forze inarrestabili: espansionismo fiscale, tensioni commerciali, aspettative accomodanti sulle politiche monetarie e sviluppi politici. La calma apparente, con spread contratti, tassi stabili e mercati azionari in rialzo, nasconde un'instabilità di fondo. Nell'azionario manteniamo un approccio neutrale e ben diversificato, con una preferenza per tecnologia e IA, mid-cap tedesche e titoli industriali europei. Questi segmenti presentano una dinamica degli utili migliore e maggiore visibilità rispetto ai settori ciclici statunitensi, che a nostro avviso scontano uno scenario troppo ottimistico. Il Giappone resta un mercato strutturalmente interessante, anche se nel breve periodo uno yen più forte e le tensioni commerciali rappresentano venti contrari.
Nel segmento obbligazionario siamo leggermente long in termini di duration sui titoli sovrani europei e neutrali sui Treasury USA. Il credito resta una componente chiave di allocazione. Continuiamo a diversificare tramite il debito dei mercati emergenti, sostenuto da rendimenti reali positivi, che offrono un carry favorevole, e da un dollaro in calo.
Nadège Dufossé, CFA Global Head of Multi-Asset di Candriam