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30/07/2025

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Carriera prolungata e benessere: il peso sugli over 50, specialmente donne

Giordano (INTOO): le disuguaglianze di genere e l'urgenza di sostenere il capitale umano femminile

L'allungamento dell'aspettativa di vita e l'innalzamento dell'età pensionabile stanno spingendo un numero crescente di lavoratori a prolungare la propria carriera. Questo scenario, tuttavia, genera particolare preoccupazione tra le lavoratrici over 50, che temono le ripercussioni sul loro benessere.
Questo allarme emerge dalla ricerca La sfida della Longevity, condotta da INTOO, società di Gi Group Holding specializzata in employability e sviluppo di carriera, in collaborazione con Wyser, brand dello stesso gruppo che si occupa di selezione di profili manageriali ed executive. L'indagine rivela che il 66% delle donne senior è preoccupato per l'estensione della vita lavorativa, un dato superiore alla media generale dei lavoratori over 50, che si attesta al 58%. La principale inquietudine, indicata dal 72% delle donne intervistate contro il 68% del totale, è la stanchezza psicofisica.

Sul fronte aziendale, 6 organizzazioni su 10 non si dimostrano ancora pronte a gestire le implicazioni di questa sfida. Oltre un lavoratore over 50 su tre ritiene che la propria azienda non presti sufficiente attenzione alle esigenze dei dipendenti più anziani. La situazione è ancora più critica per le donne: quattro donne senior su dieci percepiscono questa carenza di attenzione, e il 25% dichiara di aver subito discriminazioni legate all'età. Questa percentuale sale al 30% tra le donne manager, contro il 16% degli uomini. Inoltre, mentre un lavoratore senior su quattro percepisce minori opportunità professionali rispetto ai colleghi più giovani, sono le donne over 50, in particolare le manager, a manifestare maggiore pessimismo, nonostante un forte impegno nell'aggiornamento professionale.

Alessandra Giordano, Direttrice Employability e Career Development di INTOO (Gi Group Holding), sottolinea come le disuguaglianze di genere si aggravino con l'età. Le donne continuano a subire disuguaglianze che si accentuano con l’avanzare dell’età. Basti pensare che il 40% delle over 50 è senza lavoro e senza pensione, mentre tra coloro che lavorano, molte devono farsi carico, spesso in solitudine, delle responsabilità legate alla cura dei familiari, afferma Giordano. La direttrice enfatizza l'importanza di affrontare tempestivamente la longevità professionale con iniziative su previdenza, salute e formazione. Le imprese, prosegue, devono investire nel valore del capitale umano femminile, specialmente in un contesto di scarsità di manodopera e con un tasso di occupazione femminile ancora al 52,5%, ben 18 punti sotto quello maschile. Le donne che partecipano al mondo del lavoro costituiscono un capitale umano prezioso che va sostenuto nelle transizioni che ne sono tipiche, dalla maternità alle attività di caregiving. Queste esperienze sono molto impegnative in termini di tempo ed energie, per cui è comprensibile una maggior preoccupazione verso la propria longevità professionale da parte della popolazione femminile, spiega Alessandra Giordano.

Le donne manager over 50 presentano una visione più critica rispetto ai colleghi uomini, percependo in modo più marcato l'età come un ostacolo alla crescita e ritenendo le aziende italiane impreparate a gestire l'invecchiamento della forza lavoro. Differenze significative emergono anche nell'accesso a iniziative aziendali dedicate ai senior: solo il 5% delle donne manager ha partecipato a progetti specifici, contro il 21% dei colleghi uomini. Quando presenti, le misure adottate dalle aziende per la gestione della longevità professionale si concentrano prevalentemente su incentivi al prepensionamento, indicati dalla metà dei manager, seguiti da interventi di formazione, flessibilità oraria, mappatura delle competenze e benessere organizzativo.


In chiusura, Alessandra Giordano lancia un appello: Il quadro emerso dalle indicazioni delle donne over 50 è un vero e proprio campanello d’allarme. La loro sensibilità deve tradursi in azioni concrete per rendere i luoghi di lavoro realmente più inclusivi ed equi. Se l’età è un valore, come dichiarano anche molti decision maker, allora deve essere sostenuta e valorizzata con politiche e pratiche all’altezza della sfida, che tengano conto anche delle differenze della popolazione aziendale, tra cui quella di genere

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