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10/09/2025

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L'AI trasforma le aziende italiane: un boom di adozioni e benefici

Giuseppe Santonato (EY): l'intelligenza artificiale è ora una realtà concreta che genera valore per le imprese

L'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale (AI) nelle imprese italiane sta vivendo una fase di forte espansione, affermandosi sempre più come un motore strategico per la trasformazione digitale. Attualmente, il 46% dei professionisti italiani dichiara di impiegare strumenti di AI sul luogo di lavoro, un dato che segna un notevole incremento rispetto al 12% registrato appena un anno fa. Queste evidenze emergono dalla seconda edizione dello studio "EY Italy AI Barometer", condotto da EY su un campione di oltre 4.900 intervistati da nove paesi europei, inclusi 539 professionisti di aziende italiane operanti in diversi settori.

L'intelligenza artificiale non è più una tecnologia emergente, ma una realtà concreta che sta già generando valore per le imprese. Il 52% del top management ha rilevato benefici tangibili in termini di riduzione dei costi e aumento dei profitti. Tuttavia, il vero salto di qualità arriverà quando sarà accompagnata da una cultura diffusa e condivisa. Colmare il divario di consapevolezza tra leadership e dipendenti è oggi una priorità strategica: serve un investimento concreto in formazione, governance e accessibilità per rendere l'AI una leva inclusiva e sostenibile di trasformazione, ha commentato Giuseppe Santonato, AI Leader di EY Europe West. L'esperienza diretta con le tecnologie AI è accolta con favore dalla maggior parte degli utilizzatori: oltre l'80% dei rispondenti valuta in modo positivo il proprio rapporto con l'AI. Le aziende stanno attivamente supportando l'integrazione di queste innovazioni nel proprio modello di business, consentendo alla maggior parte dei dipendenti di usare applicazioni di intelligenza artificiale sul lavoro, sia in piena autonomia (40%) sia con alcune restrizioni (27%). In Italia, l'adozione dell'AI è principalmente guidata da strumenti che migliorano la produttività personale, come la scrittura di testi (60%), gli assistenti vocali (47%) e i chatbot (40%). Nonostante l'entusiasmo, alcuni fattori rimangono prioritari per gli utenti, in particolare la sicurezza e la protezione dei dati (53%), l'esperienza d'uso (40%) e i costi associati (32,5%).

Lo studio evidenzia che l'introduzione dell'AI segue prevalentemente un approccio top-down. I ruoli manageriali mostrano un incremento nell'uso dell'AI più marcato (59%) rispetto al resto dei dipendenti (39%). Questo conferma una tendenza già osservata nel 2024, quando il 69% dei manager riconosceva un impatto diretto dell'AI sul proprio lavoro, contro il 49% dei non-manager. Il top management non solo è pioniere nell'adozione, ma dimostra anche una maggiore consapevolezza riguardo agli aspetti normativi ed etici: il 74% di questi dichiara di conoscere il framework etico della propria organizzazione, contro il 47% dei dipendenti. Inoltre, la leadership aziendale incoraggia attivamente l'implementazione e l'integrazione delle tecnologie legate all'AI.

La formazione in ambito AI si rivela cruciale, ma emerge un disallineamento nella percezione degli sforzi formativi. Mentre quasi la metà del top management ritiene che i dipendenti abbiano ricevuto un addestramento adeguato, solo il 20% dei dipendenti stessi condivide questa opinione. Questo divario sottolinea l'urgenza di implementare programmi di formazione più efficaci e inclusivi. Conscia di questa necessità, la maggior parte dei lavoratori (64%) sta investendo autonomamente nella propria formazione sull'AI, sia privatamente (26%) sia professionalmente (22%), o attraverso entrambe le modalità (16%). In questo contesto, l'Italia registra la percentuale più alta tra i paesi europei analizzati, seguita da Spagna e Germania.


L'esperienza diretta con l'AI si conferma un elemento decisivo per una maggiore comprensione e accettazione della tecnologia. Tra coloro che utilizzano attivamente l'AI (77%), prevale un atteggiamento positivo e consapevole, mentre tra chi non la utilizza (23%) emergono incertezza e timori, spesso legati a una conoscenza superficiale. L'AI sta generando benefici tangibili in molteplici settori, contribuendo sia alla riduzione dei costi sia all'aumento dei ricavi. I settori che ne traggono i maggiori vantaggi includono l'energia e le risorse e lo sport, dove la totalità degli operatori segnala un impatto positivo. Anche il settore bancario, dei mercati dei capitali e dei servizi finanziari mostra un'adozione significativa, con l'88% che riconosce miglioramenti tangibili. L'industria manifatturiera avanzata (80%) e il settore scientifico (75%) seguono da vicino, a conferma di come l'AI stia diventando un motore strategico di trasformazione e competitività in contesti sempre più diversificati.


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