Editoriale
Italia, bene ma non benissimo
L'Italia naviga in acque relativamente tranquille, ma con venti contrastanti. I conti pubblici mostrano segnali incoraggianti nel secondo trimestre 2025, un respiro di sollievo per un Paese storicamente alle prese con l'equilibrio di bilancio.
Le famiglie italiane continuano a vedere crescere il proprio potere d'acquisto, seppur a ritmo più contenuto. È una tendenza positiva che dura da oltre due anni, accompagnata però da un fenomeno tipicamente italiano: l'aumento della propensione al risparmio. Gli italiani, prudenti per natura e memoria storica, preferiscono mettere da parte piuttosto che spendere, frenando potenzialmente la ripresa dei consumi interni.
Sul fronte delle imprese, dopo quasi due anni di erosione dei margini, le società non-finanziarie tornano a respirare con un aumento della quota di profitto. Tuttavia, questo miglioramento non si traduce ancora in nuovi investimenti: il tasso rimane fermo, segnale di una persistente cautela imprenditoriale.
Il quadro complessivo è quello di un Paese che procede con il freno a mano tirato: migliora ma non accelera, risparmia ma non investe, cresce ma senza slancio. Una ripresa all'italiana, potremmo dire, dove la prudenza prevale sull'ottimismo.
Insomma, bene ma non benissimo.