L'interventismo della Fed e il bipolarismo finanziario che alimenta gli eccessi di mercato
De Michelis (Frame AM): la mia personale sensazione è che nel sistema ci sia ancora molta liquidità e che la Fed stia facendo di tutto per evitare che questa venga meno
Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo.."..
Non me ne voglia il grande cantautore Francesco De Gregori se prendo in prestito una celebre frase di una sua canzone per descrivere, in sintesi, quanto accaduto di recente al settore del credito privato negli Stati Uniti e il suo impatto sull'indice delle banche regionali americane.
In particolare, nella giornata di giovedì 16 ottobre, abbiamo assistito a un vero e proprio bagno di sangue nel comparto creditizio regionale, capace - nel giro di 24 ore - di rievocare i momenti drammatici del marzo 2023 (vi ricordate il fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank e l'istituzione in tutta fretta del BTFP, il fondo salva-banche?). Il giorno seguente, però, il mercato ha rimbalzato con forza. Non proprio come se nulla fosse accaduto, ma quasi.
Curiosamente, le vendite si sono estese anche ai metalli preziosi - oro e argento in primis - e, ancor di più, alle società minerarie aurifere ("gold miners") che, sebbene avessero già corso molto da inizio anno, continuano a presentare fondamentali interessanti, soprattutto se il prezzo dell'oro dovesse stabilizzarsi sugli attuali livelli.
Possiamo dire, quindi, che è tornata sulla scena una protagonista che mancava da un po': la volatilità.
Come spesso accade, a dare il via alle danze è stato il Presidente Donald Trump, forse indispettito per la mancata assegnazione del Nobel per la pace (o, più semplicemente, aveva bisogno di fare un po' di soldi per sé e per i suoi amici... mi scuso per il sarcasmo, ma non ho mai visto nessuno manipolare i mercati finanziari in modo così evidente). Venerdì 10 ottobre ha innescato una rapida escalation politico-finanziaria contro la Cina, salvo poi fare marcia indietro nel weekend. Il risultato? Un crollo di quasi tre punti dell'indice S&P 500 venerdì e un'apertura in gap rialzista il lunedì successivo.
Capite bene che, con questi "chiari di luna", mantenere lucidità e razionalità diventa una sfida sempre più ardua. In situazioni simili è fondamentale documentarsi, confrontare più punti di vista e cercare di non lasciarsi travolgere dall'euforia di un giorno o dal pessimismo cosmico del successivo. È un po' come vivere in una sorta di bipolarismo finanziario.
La mia personale sensazione - e ci tengo a sottolineare che si tratta di una semplice sensazione, basata sull'esperienza - è che nel sistema ci sia ancora molta liquidità e che la Fed stia facendo di tutto per evitare che questa venga meno. Infatti, nonostante stia attuando un leggero quantitative tightening per drenare l'eccesso di liquidità (ricomprando titoli di Stato a lunga scadenza e scambiandoli con titoli a breve), è probabile che, a fronte delle tensioni sul credito privato, possa decidere di interrompere questo processo e tornare a politiche più espansive.
Il problema è che, ogni volta che si distribuiscono le "medicine" a chi ne ha davvero bisogno, finiscono per prenderle anche quelli che stanno bene - e da lì nascono gli eccessi di mercato.
In questo contesto, il mood di mercato potrebbe restare tendenzialmente positivo. Tuttavia, è evidente che questo continuo rinviare l'inevitabile avrà prima o poi delle conseguenze. E quando quel momento arriverà, sarà fondamentale farsi trovare ben diversificati e con adeguate protezioni in portafoglio, perché il rischio di farsi male - in certi scenari - è tutt'altro che trascurabile.
Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management
