L'Eurozona si riaggancia all'espansione guidata dagli USA
Adler (Credit Suisse): Il fattore principale di spinta americano è il rafforzamento del ciclo creditizio, e sia la crescita dei prestiti ai consumatori che quella dei prestiti alle imprese hanno assunto un ritmo decisamente più elevato
Sebbene si siano registrati anche dei rovesci, in retrospettiva la ripresa negli Stati Uniti è stata piuttosto stabile da quando il paese è emerso dalla crisi finanziaria. Sebbene inizialmente abbia seguito da vicino il modello statunitense, nel 2010/11 la ripresa dell'Eurozona è stata turbata dall'insolvenza greca, dalla crisi più in generale e dall'incoerente risposta politica che ne è seguita. Da allora, l'Eurozona sta evidenziando essenzialmente un andamento laterale, con recessioni intermittenti in paesi chiave, come la Francia e l'Italia.

Frammentazione finanziaria decisamente ridotta nell'Eurozona
Tuttavia, a nostro giudizio, le prospettive sono ora migliorate abbastanza a livello fondamentale, essenzialmente poiché si è superata la frammentazione finanziaria. Il processo di risanamento è iniziato con la promessa del presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi, con le parole "siamo pronti a fare tutto il necessario" nel luglio 2012. Tre ulteriori elementi importanti si sono aggiunti da allora: innanzitutto il lancio dell'Unione bancaria; in secondo luogo, l'approvazione di fatto, da parte della Corte di giustizia europea, della funzione (condizionale) di prestatore di ultima istanza della BCE (tramite le Outright Monetary Transactions); e, in terzo luogo, la decisione del Consiglio della BCE di lanciare il quantitative easing. Tutto ciò ha significativamente ridotto il rischio di un default sovrano nell'Eurozona per tutti coloro che si assoggettano alle sue regole (e riteniamo che anche la Grecia verosimilmente farò lo stesso).
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