Il sistema elettrico sarà messo sotto stress dall'aumento delle fonti rinnovabili e dal processo di elettrificazione. Rischio energia insufficiente
Nei prossimi anni il sistema elettrico italiano dovrà affrontare una profonda trasformazione. Le infrastrutture esistenti dovranno evolversi in considerazione di due fattori principali: l'aumento dei consumi (dovuto soprattutto alla diffusione della mobilità elettrica e delle pompe di calore) e il maggiore impegno delle fonti rinnovabili non programmabili che, quindi, non possono variare la loro produzione in base alla richiesta di energia.
Inoltre, anche il calo della capacità termica in esercizio, ad esempio per il potenziale "phase-out" del carbone, avrà un impatto negativo sull'intero sistema. In particolare, il periodo più critico potrebbe essere quello invernale, sia a causa della ridotta produzione di energia fotovoltaica, sia per il maggior utilizzo dei dispositivi di riscaldamento; le ore 18:00 dei giorni feriali rappresentano l'orario di maggiore stress della rete, in corrispondenza di un maggior numero di veicoli elettrici messi in carica. E' quanto è emerso dallo studio di Accenture "Flessibilità : Un'opportunità per la transizione energetica", presentato in occasione del "XIX Workshop Annuale sulle Utility organizzato da Agici e Accenture". Ne abbiamo parlato con Pierfederico Pelotti, Responsabile Utilities di Accenture.

Cosa è emerso, in sintesi, della ricerca?
Quest'anno la nostra ricerca si è concentrata sul tema della flessibilità come leva, come strumento e opportunità per supportare l'evoluzione del mercato elettrico del Sistema Italia. I dati in nostro possesso, le previsioni che abbiamo effettuato, adattando al mercato italiano un modello che abbiamo sviluppato per il mercato elettrico europeo, ci dicono che al 2030 la domanda di energia - che cresce in funzione di quelle che sono nuove direzioni che vengono dalle pompe di calore nelle abitazioni e dalla diffusione delle auto elettriche (circa 4-4,5 milioni al 2030) -, non sarà coperta integralmente dalla capacità installata. Addirittura, si stima che il 19% delle ore/anno di domanda di energia (1700), non sarà coperta dalla capacità installata. Parliamo di un gap fino a 16 GW.
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