Perchè l'inflazione nell'eurozona non è un problema strutturale pericoloso per le imprese italiane
Antonio Masullo (Nexumstp): ma la volatilità deve essere affrontata con un modello strategico che sappia coniugare visione a lungo termine (oltre la ripresa dell'economia) e da rapida flessibilità nel breve
L'avvio del 2021, anno in cui tutti noi speriamo di uscire definitivamente dalla crisi post covid, ha visto una diffusa impennata dei prezzi in USA e Europa.
In America l'inflazione è salita all'1,7%, mentre l'indice dei prezzi al consumo dell'eurozona diffuso da Eurostat per gennaio è salito a +0,9% da -0,3% di dicembre 2020. La variazione sul breve sembra un'enormità , ma non dobbiamo dimenticare che la pandemia, seppur con differenze nelle varie regioni del mondo, sembra sulla via di risoluzione.

Vogliamo indagare questo fenomeno dal punto di vista del piccolo e medio imprenditore italiano.
La domanda da farsi è se l'inflazione crescerà oltre le previsioni anche nel lungo termine oppure il fenomeno è legato a cause temporanee. Le decisioni degli imprenditori sono influenzate da dinamiche macroeconomiche e finanziarie, dalle prospettive di uscita dalla crisi e dai fenomeni specifici dei settori in cui operano.
A livello macroeconomico i fenomeni sono diversi. In Europa riscontriamo aumenti di energia, cibo e bevande e abbigliamento. Il prezzo del petrolio continua a crescere, raggiungendo i 70$ rispetto a meno di 40$ di novembre 2020. Anche altre materie prime stanno mostrando prezzi in crescita. Inoltre, il vertiginoso aumento dei costi di trasporto container ha generato colli di bottiglia nella filiera delle consegne. Infine, in Germania l'IVA temporaneamente abbassata durante la pandemia è tornata ai valori normali. A questo si aggiunga che la Cina ha ripreso a macinare PIL e con la sua crescita acuisce il fenomeno dal lato della domanda.

Come si vede dal grafico, il fenomeno nei Paesi europei è differente con un trend simile, influenzato dalle economie più grandi (Germania, Francia, Italia) con un tasso di inflazione tra 0,7% e 1,6%. C'è un ulteriore "effetto ottico" di natura statistica che farà salire l'inflazione nei prossimi mesi: tra marzo e maggio il livello dei prezzi verrà rapportato con il periodo più nero dello shock pandemico.
Perché l'inflazione alta fa paura?
In Europa, dalla crisi del 2008 la bassa inflazione ha permesso alla BCE di sostenere i titoli pubblici degli stati europei, tra i quali uno dei maggiori beneficiari è l'Italia.
Ora, se l'inflazione europea sale troppo la BCE sarà spinta a rivedere la sua politica monetaria aumentando i tassi e riducendo il sostegno ai titoli di stato; a tal proposito, il presidente della Bundesbank si aspetta un tasso medio di inflazione in Germania del 3% già nel 2021 e ritiene che l'inflazione nell'area Euro crescerà .
Ma c'è da credere in una vera ripartenza dei prezzi?
A nostro avviso il fenomeno è ancora legato al breve periodo e soprattutto esprime una volatilità dei prezzi tutta derivante da questa lenta fase di uscita dalla crisi pandemica; questo deve far riflettere gli imprenditori anche sulle scelte commerciali.
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