Nuovi manager tra carico di lavoro e competenze chiave: parla lo studio Cegos
Reati (Cegos Italia): un nuovo barometro internazionale esplora le sfide e le aspettative dei manager al primo incarico strategico per le imprese
Cegos Group, leader globale nel Learning & Development, ha pubblicato il suo primo International Barometer dedicato ai manager di nuova nomina, ovvero coloro che assumono responsabilità gestionali per la prima volta. Lo studio, condotto a marzo 2025 in dieci paesi tra Europa, America Latina e Asia, analizza il percorso, le aspettative e le sfide di questa fascia manageriale, cruciale per le performance aziendali e per affrontare le trasformazioni in atto. Il Barometer ha raccolto le opinioni di manager promossi negli ultimi due anni e di Direttori e Responsabili delle Risorse Umane (HR) per confrontare le visioni sul ruolo e le competenze richieste. L'indagine dipinge un quadro di neo-manager motivati, desiderosi di contribuire ai risultati collettivi e generalmente supportati dalle organizzazioni, ma confrontati con carichi di lavoro crescenti e la necessità di padroneggiare un set di competenze sempre più ampio.

Il recruiting di nuovi manager presenta notevoli difficoltà per gli HR. Il 42% dei professionisti delle Risorse Umane dichiara di avere problemi nel trovare nuove figure manageriali. Inoltre, il 68% ritiene che i dipendenti spesso non possiedano le necessarie competenze comportamentali per assumere ruoli di gestione. È interessante notare come la progressione gerarchica sia menzionata solo dal 28% dei neo-manager come motivazione principale, sebbene sia spesso vista come un obiettivo fondamentale del percorso di carriera manageriale.
Le ragioni principali che spingono a diventare manager includono una migliore retribuzione, l'attitudine alla risoluzione dei problemi, indicata dal 37% degli intervistati, e la volontà di contribuire alle performance dell'organizzazione, citata dal 31%. Nei criteri di selezione a livello internazionale, gli HR attribuiscono la stessa importanza alle competenze interpersonali e relazionali e alle competenze tecniche, entrambe al 50%. In Italia, le competenze umane e manageriali del neo-manager sono considerate fondamentali dal 63%.
I manager di nuova nomina si percepiscono primariamente come costruttori di performance collettive, una priorità assoluta per il 39%. Le aspettative degli HR nei loro confronti si concentrano sul raggiungimento degli obiettivi di crescita e redditività (41%), sulla creazione di team ad alte performance (37%) e sull'ottimizzazione dei processi lavorativi (32%).
L'affiancamento durante la transizione al nuovo ruolo risulta generalmente robusto. Il 74% dei neo-manager ha ricevuto formazione e supporto, e il 56% ha beneficiato di tale sostegno anche prima di assumere l'incarico. Tuttavia, emerge un dato critico: quasi uno su quattro non ha ricevuto alcuna forma di supporto nel passaggio. Nonostante ciò, i manager si sentono adeguatamente preparati per le proprie responsabilità, con il 95% che dichiara di avere una chiara comprensione del proprio ruolo.
Il carico di lavoro rappresenta una preoccupazione crescente. Il 67% dei manager (69% in Italia) segnala un aumento delle ore lavorative, con conseguenti difficoltà nell'equilibrio tra vita professionale e privata. Inoltre, quasi la metà, il 47%, ammette di non avere il tempo sufficiente per supportare i membri del proprio team nello sviluppo interpersonale e individuale.
I manager mostrano un forte coinvolgimento nelle trasformazioni organizzative in corso. Il 78% è attivamente impegnato nell'adozione dell'AI, sebbene la percentuale scenda al 62% in Italia. Similmente, il 77% partecipa a iniziative di CSR (Corporate Social Responsibility).
Le competenze prioritarie da sviluppare, secondo sia i manager di nuova nomina che i professionisti delle Risorse Umane, includono la leadership e la motivazione del team, una comunicazione chiara ed efficace con la squadra, e un processo decisionale rapido e strategico.
La soddisfazione complessiva sul lavoro è elevata: l'89% dei manager si dichiara soddisfatto delle proprie performance e l'83% incoraggerebbe qualcuno del proprio network a ricoprire una posizione manageriale.
«Questi risultati sottolineano quanto sia strategico, per le organizzazioni, riconoscere per tempo i dipendenti con potenziale manageriale. Il successo delle promozioni interne dipende dalla capacità di individuare in anticipo chi è in grado non solo di eccellere nelle competenze tecniche, ma anche di assumere un ruolo di leadership, capace di coinvolgere e unire i team», ha commentato Alessandro Reati, Head of People & Culture e HR & Organization Practice Leader di Cegos Italia.