Il settore dell'alto di gamma europeo: un gigante da 986 miliardi affronta nuove incertezze
Lazzaroni (Altagamma): l'alto di gamma europeo, cruciale per l'economia e l'occupazione, naviga un mercato globale incerto
L'industria europea dell'alto di gamma e del lusso si conferma un pilastro fondamentale dell'economia del continente, contribuendo al 5% del PIL europeo. Nuovi dati, presentati dall'Alleanza Europea delle Industrie Culturali e Creative di Alta Gamma (ECCIA), che include Altagamma tra i soci fondatori, evidenziano il ruolo cruciale del settore nel promuovere la crescita, preservare il patrimonio culturale e diffondere l'eccellenza ben oltre i confini europei.
Nonostante una posizione dominante, con una quota del 70% del mercato globale, l'industria si trova ad affrontare sfide significative in un contesto internazionale sempre più instabile. Il rapporto, elaborato da ECCIA in collaborazione con Bain & Company e presentato al Parlamento Europeo a Bruxelles, sottolinea come l'inasprirsi delle tensioni geopolitiche, l'aumento dei dazi e l'emergere di politiche commerciali protezionistiche stiano introducendo elevata instabilità, specialmente tra Stati Uniti e Cina, che rappresentano circa il 35-45% dei ricavi globali del settore.

I numeri chiave dell'alto di gamma europeo riflettono la sua importanza strategica:
- 986 miliardi di euro: il giro d'affari complessivo generato dai marchi europei di alta gamma;
- 11,5%: la quota del settore sul totale delle esportazioni europee.
- 5%: il contributo al PIL europeo;
- 70%: la quota del mercato mondiale del lusso detenuta dalle imprese europee;
- 410 miliardi di euro: il contributo delle imprese europee dell'alto di gamma al Valore Aggiunto Lordo dell'UE.

Il settore non è solo un motore economico, ma anche un generatore di posti di lavoro e un attrattore turistico. Il comparto occupa direttamente e indirettamente 2 milioni di persone, e il 25% del valore totale del turismo in Europa è generato proprio dal settore dell'alta gamma. Stefania Lazzaroni, CEO di Altagamma, ha evidenziato che "L'alto di gamma europeo è protagonista di un mercato globale che potrebbe raddoppiare il proprio valore entro il 2030 raggiungendo 2.500 miliardi di euro, come rileva lo studio ECCIA presentato a Bruxelles". Ha inoltre sottolineato l'impatto sociale, con 160.000 nuovi impieghi dal 2019, e investimenti significativi in sostenibilità (fino al 3% del fatturato) e formazione (fino al 5%).
Claudia D'Arpizio, Senior Partner di Bain & Company, ha rimarcato come "i beni di lusso europei continuano a dominare i mercati globali, con dati che dimostrano una performance solida negli ultimi cinque anni e una posizione di forza per la crescita futura nel mercato globale del lusso, grazie alla resilienza unica del settore e alla sua capacità di adattarsi e cogliere le opportunità nei mercati emergenti". La D'Arpizio ha aggiunto che questi marchi rappresentano "la massima espressione del soft power europeo, che si fonda su creatività, innovazione e maestria artigianale - l'intelligenza artigiana' unica dell'Europa". Tuttavia, Michael Ward, Presidente di ECCIA, ha avvertito che, sebbene i titoli del lusso abbiano sovraperformato i mercati generali in Italia e Francia, "avvertiamo alcuni segnali preoccupanti". Le misure tariffarie, in particolare, "rischiano di compromettere la domanda globale, aumentare i costi e spingere le imprese a rivedere le catene di approvvigionamento", rendendo cruciale salvaguardare la redditività e invocare maggiore stabilità.
Per assicurare una crescita sostenibile a lungo termine e rafforzare il contributo del settore all'economia e alla reputazione europea, ECCIA ha formulato cinque raccomandazioni politiche per l'Unione Europea:
1 - Rafforzare la Proprietà Intellettuale e Combattere la Contraffazione:
- Applicare con rigore il Digital Services Act (DSA), allocando risorse adeguate, conducendo revisioni e rimuovendo attivamente i prodotti contraffatti;
- Introdurre una legislazione specifica anti-contraffazione che imponga la tracciabilità lungo la filiera (tramite l'obbligo "Conosci il tuo cliente aziendale") e richieda agli intermediari misure proattive per prevenire e impedire la ricomparsa di prodotti illegali.

2 - Tutelare la Fiducia e l'Esperienza del Consumatore:
- Contrastare le vendite non autorizzate rafforzando il quadro normativo dell'UE per consentire ai brand di far valere i propri sistemi di distribuzione selettiva;
- Sostenere le reti di distribuzione selettiva, mantenendo la possibilità per le imprese di alta gamma di selezionare i rivenditori autorizzati basandosi su criteri qualitativi.
3 - Promuovere la Sostenibilità nei Beni e Servizi di Alta Gamma:
- Coinvolgere i rappresentanti del settore nella stesura della normativa secondaria del Green Deal, affrontando esigenze specifiche come l'ecodesign e i requisiti per l'economia circolare;
- Garantire tempi di attuazione realistici, con un minimo di 36 mesi per adeguarsi ai nuovi obblighi, in linea con i cicli produttivi del settore;
- Assicurare parità concorrenziale, applicando uniformemente gli standard del Green Deal a tutte le aziende operanti nel mercato UE.
4 - Sostenere l'Artigianato e lo Sviluppo delle Competenze:
- Affrontare il divario di competenze attraverso iniziative a livello UE e degli Stati membri per formare una forza lavoro qualificata in artigianato, ingegneria e produzione tecnica;
- Istituire il titolo europeo di "Maître d'Art" per riconoscere e promuovere le competenze creative e tecniche.
5 - Rafforzare il Commercio e il Turismo:
- Dare priorità alle soluzioni diplomatiche per le controversie commerciali, considerando che le tensioni geopolitiche e i dazi influenzano il 35-40% dei ricavi;
- Promuovere accordi di libero scambio (FTA) che garantiscano accesso ai mercati, riduzione delle barriere e contrasto alla contraffazione;
- Facilitare i visti, semplificando le procedure per l'ottenimento dei visti UE e incentivando lo shopping esentasse per i turisti extra-UE.
Le misure ritorsive, inclusi i dazi e le barriere non tariffarie, minacciano la capacità del settore di mantenere un accesso competitivo ai mercati strategici per l'esportazione. La crescente retorica protezionistica rischia di compromettere ulteriormente un comparto che dipende fortemente da mercati aperti. Inoltre, la produzione non è delocalizzabile, poiché il modello di business e il valore attrattivo del settore sono profondamente radicati nel patrimonio culturale e nel know-how europeo.