Battifarano: un viaggio nella storia del vino - Vinitor Sapiens
Masseria Battifarano, l'eredità familiare, vigneti che producono vini di qualità, un patrimonio tramandato per secoli
"Ciascuno dei vini che produciamo è come un mio, un nostro figlio. Nasce con un dna importante, che lo riporta alla tradizione vitivinicola di questa terra, risalente a quattromila anni fa e che ancora oggi permette a questo territorio di proporsi come un unicum nel panorama nazionale e internazionale. La nostra famiglia fa parte di questa storia da oltre 500 anni".
Chi parla, con un timbro di voce che rende affascinante ogni frase che pronuncia, è Francesco Paolo Battifarano, agronomo ed enologo che, insieme al fratello Ciro, da oltre 20 anni, affianca il padre Vincenzo nel portare avanti l'attività della Masseria Battifarano, sita sul terrazzo marino di Cerrolongo che dolcemente da Nova Siri guarda al Golfo di Taranto, nello Ionio. Qui, basta rileggere libri di storia e curiosare nei territori circostanti, si sono susseguite civiltà e dominazioni differenti, tutte produttrici di vino fin da quattromila anni orsono.

La Masseria, si diceva, appartiene alla famiglia da più di cinque secoli durante i quali si è sempre coltivata la terra: prima per l'autosussistenza, poi come azienda e oggi anche per raccontare attraverso il vino millenni di storia dell'Enotria. L'Azienda Battifarano, grazie a due generazioni di agronomi, ha studiato la propria terra scientificamente e così, sfruttandone le caratteristiche, ha selezionato le colture più idonee, riducendo al minimo gli input esterni, quali concimi e fitofarmaci. I vini e il resto della produzione non hanno altri sapori se non quelli che arrivano dalle radici alla pianta.
"Complessivamente coltiviamo oltre 100 ettari, dei quali 40 a vigneto" ricorda Francesco. "Vigneti che mediamente si trovano a 70 metri sul livello del mare e possono giovarsi di un microclima particolarissimo".
Con la modernizzazione dell'agricoltura e l'arrivo della produzione di massa, non era più possibile vivere di sola terra, era necessario organizzarsi in "impresa". E così è stato salvaguardando le strutture più antiche, ma ricche di fascino e storia e di quanto necessario ad una produzione più al passo con i tempi. Un mix di storia e di vissuto che ancora oggi rende l'azienda Battifarano unica nel suo genere.
"I nostri vini sono tutti prodotti e imbottigliati all'origine in filiera completa. Non compriamo uve, né mosto, né imbottigliamo vini di cui non conosciamo la storia di ogni singolo acino. Abbiamo una produzione di circa 100mila bottiglie di altissima qualità, destinata prevalentemente alla ristorazione italiana, e siamo anche significativamente presenti sui mercati esteri: circa il 30% delle nostre bottiglie raggiunge il Nord Europa, gli Stati Uniti e il Giappone" ricorda.
Tra le etichette più apprezzate certamente Torre Bollita, il risultato di un blend di uve Cabernet Sauvignon, Primitivo e Merlot, che racconta la forza di quelle guarnigioni aragonesi per le quali, nel Cinquecento, fu eretta, a difesa delle popolazioni sul Mar Jonio, la Torre Bollita, oggi nella tenuta della famiglia Battifarano.
Le Paglie - il preferito di Francesco - racconta la vita ritrovata di vigneti e zolle che, dopo un glorioso passato di agricoltura millenaria, conobbero secoli di paludi. "La bonifica integrale della contrada detta "Paglie di Battifarano", ultimata negli anni cinquanta del Novecento, ha riportato ai fasti di un tempo questi terreni rivolti verso il mare che oggi generano uve Greco ricche di corpo e personalità" ci racconta. Vino straordinario, che esalta alcuni dei piatti a base di pesce che la tradizione propone in modo sempre più ricercato.

Akratos Rosso, ottenuto da uve Primitivo, tradizionalmente usate per la festa della vendemmia. Un vino da simposio, quasi cerimoniale, àkratos oinos, puro, pregiato, che nell'antichità poteva essere bevuto solo dal potente dio Dioniso, mentre ai comuni mortali era concesso misto ad acqua. Akratos Rosé, rosato brillante e corposo ottenuto da uve Primitivo lasciate a macerare per almeno ventiquattro ore. "Quella del Primitivo è stata la prima uva rossa a essere raccolta nel Sud Italia e dava tradizionalmente inizio alla festa della vendemmia" ci erudisce il padrone di casa. Sacro Dono, vino dolce e morbido, un passito originale, naturale, speziato agli aromi di pepe nero e caffè tra note di frutti a bacca rossa. Infine, Curaffanni, frutto scelto della selezione tra le migliori uve dell'azienda che, dopo una accurata fermentazione, viene affinato per 24 mesi in piccole botti di rovere francese per un bere ricercato e di qualità. Un vino meditativo che si propone di "levare" gli affanni di una intensa giornata di lavoro.
Scegliere il migliore non è possibile e neanche richiesto. "Ogni vino ha una storia millenaria alle spalle, che deve essere conosciuta, capita e gustata. Questo territorio non finisce mai di sorprendere. E lo stesso vale per la tavola. Per questo mi fa piacere ricordare che i nostri vini sono per persone curiose. Sorseggiandoli, conosci la storia della culla del Mediterraneo e della nostra cultura" conclude Francesco.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione