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17/09/2025

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L'economia cinese è un enigma: crescita record ma allarmi deflazione

David Rees (Schroders): previsioni di crescita riviste al rialzo, ma fattori interni e internazionali pongono dubbi sul futuro

Le sorprendenti performance economiche della Cina nel secondo trimestre hanno portato a una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per l'anno in corso, portandole al 4,6%. Tuttavia, nonostante segnali ciclici incoraggianti, il mantenimento di una crescita accelerata appare complesso a causa del rallentamento delle esportazioni e del persistente impatto della deflazione immobiliare sulla domanda interna.

Crescita e Fattori Positivi


La crescita del PIL dell'1,1% su base trimestrale nel secondo trimestre ha superato le aspettative. La domanda interna è stata stimolata dai consumatori che hanno beneficiato dell'espansione dei programmi di permuta. Le esportazioni di manufatti hanno mostrato un buon andamento, favorito dalla sospensione dei dazi da parte dell'amministrazione Trump, permettendo così di proseguire l'anticipo degli scambi commerciali con gli Stati Uniti.

Sfide e Preoccupazioni

Nonostante ciò, l'economia ha iniziato il terzo trimestre in modo debole e vi sono ragioni per prevedere un ulteriore rallentamento. Le esportazioni potrebbero subire una contrazione. L'ulteriore sospensione dei dazi più elevati fino a novembre suggerisce che un accordo commerciale con gli Stati Uniti potrebbe essere raggiunto. La nostra previsione di base continua a ipotizzare l'applicazione di un dazio aggiuntivo del 30% sulle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti. Tuttavia, le esportazioni non possono essere anticipate indefinitamente e, sebbene le prospettive per il commercio nei mercati emergenti in generale non siano peggiorate significativamente, gli indicatori anticipatori suggeriscono che un calo della crescita delle esportazioni cinesi è imminente.

La Crisi Immobiliare e la Domanda Interna

Di maggiore importanza, si ritiene che l'economia domestica sia ancora lontana dal superare la crisi immobiliare deflazionistica iniziata nel 2021. Certamente, numerosi fattori influenzano le prospettive interne e alcuni aspetti sono positivi. Ad esempio, il continuo miglioramento degli indicatori ciclici anticipatori suggerisce che l'attività sottostante dovrebbe ricevere un certo sostegno nei prossimi mesi. E, sebbene vi siano segnali che l'impulso fiscale stia iniziando a perdere slancio, il governo sembra ancora mantenere un orientamento accomodante in materia di politica economica, avendo introdotto sussidi per i prestiti al consumo e l'assistenza all'infanzia.

Misure di Stimolo e loro Limiti

Le misure di stimolo, come i programmi di permuta, non possono sostenere indefinitamente la spesa dei consumi in un contesto di continua flessione dell'attività immobiliare. I timidi segnali di stabilizzazione delle transazioni immobiliari hanno ricominciato a indebolirsi e, fino a quando non sarà risolto il problema dell'eccesso di immobili nelle città di secondo livello, la correzione del mercato immobiliare continuerà a gravare sulla domanda interna e sull'inflazione. La domanda di credito da parte del settore privato rimane estremamente debole nonostante i tassi di interesse più bassi, rendendo la politica monetaria in gran parte inefficace. Le deboli prospettive di investimento rischiano di essere aggravate da un ulteriore rallentamento degli investimenti industriali a causa del rallentamento della crescita delle esportazioni.


Prospettive Future e Deflazione

Il risultato è che, mentre in precedenza si prevedeva un'accelerazione dell'economia l'anno prossimo dopo una flessione indotta dai dazi, ora si ritiene che la crescita del PIL rallenterà fino a circa il 4,2% nel 2026. Le difficili prospettive di crescita, in un contesto di sovraccapacità produttiva, suggeriscono che la deflazione rimarrà una preoccupazione per tutto l'orizzonte di previsione. Nonostante la robusta crescita complessiva, il deflatore del PIL è sceso ulteriormente in territorio negativo nel secondo trimestre e difficilmente invertirà la tendenza nel breve termine, il che suggerisce che l'accelerazione della crescita del PIL nominale, storicamente necessaria per sostenere un aumento sostenuto dei prezzi delle azioni, difficilmente si verificherà.




David Rees, Head of Global Economics, Schroders


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