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24/09/2025

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Giovani, lavoro e il divario AI: le competenze nascoste che il mercato cerca

Fogolari (ASUS): emerge una generazione pragmatica che valuta l'AI come alleata per un futuro professionale sostenibile

Le nuove generazioni affrontano crescenti sfide nel mercato del lavoro, con posizioni iniziali sempre più interessate dall'automazione dell'intelligenza artificiale (AI), come indicato dal Future of Jobs del World Economic Forum. In questo scenario di trasformazione, un'indagine di ASUS Business, condotta da Research Dogma, ha esplorato le percezioni di giovani laureati e laureandi under 30. Sebbene il 76% si senta preparato, oltre la metà incontra difficoltà occupazionali, rivelando una lacuna significativa nelle competenze digitali avanzate e sull'AI.

Nonostante la dimestichezza con la tecnologia, la preparazione specifica si mostra incompleta. Più del 50% si considera un utente di "buon livello", ma solo il 37% dichiara una solida preparazione nell'uso del computer e dei suoi programmi. La situazione peggiora riguardo all'AI: appena il 24% dei giovani si sente molto competente su questo fronte. Questo divario evidenzia come, pur essendo "nativi digitali", la conoscenza approfondita delle tecnologie emergenti e dell'AI sia ancora da consolidare.
Parallelamente, i giovani mostrano una notevole lucidità nell'analizzare l'AI e il suo potenziale impatto sul futuro professionale. Quasi la totalità degli intervistati (95%) riconosce gli effetti rilevanti dell'intelligenza artificiale sul lavoro che verrà; in particolare, il 76% è convinto che le competenze legate alla gestione dell'AI diventeranno cruciali. Questa visione non è ingenua: il 40% degli stessi giovani ritiene che l'impatto dell'AI, pur significativo, sarà meno dirompente di quanto spesso descritto. Emerge una prospettiva equilibrata, che accoglie il progresso tecnologico senza cadere in idealismi utopici o timori distopici.

Sebbene permangano interrogativi sugli effetti occupazionali, come la potenziale scomparsa di alcuni ruoli e la minore autonomia, prevale l'idea che l'AI possa migliorare la qualità del lavoro, rendendolo più efficiente, favorendo la creatività e riducendo le mansioni ripetitive. Questa apertura si traduce nella volontà di integrare le nuove tecnologie come alleate, con l'obiettivo di ridefinire le priorità personali e professionali verso una maggiore armonia tra realizzazione individuale, lavoro e qualità della vita. Tra i vantaggi più apprezzati dell'AI, spicca l'ottimizzazione del tempo lavorativo, permettendo di dedicarsi ad altre attività. Non a caso, nella scala delle priorità, la flessibilità degli orari di lavoro si posiziona al secondo posto (46%), immediatamente dopo l'irrinunciabile remunerazione (53%).

La ricerca smonta anche il pregiudizio che vede i giovani focalizzati esclusivamente su aziende con forti principi etici. Emerge un marcato pragmatismo valoriale che predilige i comportamenti concreti e tangibili delle imprese verso le persone. Questo significa che è più importante che le aziende garantiscano un giusto compenso e dimostrino attenzione ai dipendenti, piuttosto che affidarsi a dichiarazioni astratte in codici etici; ciò rivela una generazione orientata a bisogni reali come il giusto stipendio, il tempo per progetti personali e un ambiente di lavoro stimolante e flessibile.
“I risultati di questa ricerca offrono un segnale chiaro: i giovani guardano all’intelligenza artificiale con uno spirito pragmatico, riconoscendone il potenziale per migliorare produttività e creatività, senza perdere di vista la necessità di un equilibrio tra lavoro e vita personale” - ha affermato Lavinia Fogolari, Head of Marketing SYS di ASUS. “È incoraggiante vedere come questa generazione non consideri la tecnologia una minaccia, bensì un alleato con cui costruire un futuro professionale più sostenibile e motivante. Per questo motivo ASUS si impegna a supportarli con strumenti e soluzioni che possano rafforzare le loro competenze digitali, rendendole davvero centrali nella loro crescita”.

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