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29/10/2025

economia

Crescita globale incerta: l'Italia tra resilienza e le sfide dei conti pubblici

Martini (Allianz): gli economisti prevedono una fase di "stagflazione leggera" e crescita contenuta per il nostro Paese nel prossimo triennio

L'economia mondiale si avvia verso un periodo di sviluppo moderato ma costante, con una frenata visibile nelle economie più sviluppate. Questo il quadro tracciato dall'ultimo Global Economic Outlook 2025–27 di Allianz Research. Il PIL globale è atteso in aumento del +2,7% nel 2025 e del +2,5% nel 2026, mentre l'inflazione si manterrà superiore alla media pre-pandemia, raggiungendo il 3,9% nel 2025 e il 3,5% nel 2026. Gli economisti di Allianz descrivono questa situazione come una stagflazione leggera, una condizione di crescita contenuta e prezzi elevati che, seppur complessa, si differenzia dagli scenari di crisi più acuti degli anni Settanta.

All'interno dell'Europa, la crescita si prevede inferiore rispetto alla media globale. Il PIL dell'Eurozona dovrebbe attestarsi a +1,2% nel 2025, a +0,9% nel 2026 e a +1,4% nel 2027. L'inflazione, invece, è stimata stabilizzarsi intorno al 2%, un livello in linea con l'obiettivo della BCE. Tuttavia, il panorama economico rimane disomogeneo: la Germania continua a mostrare segni di stagnazione, la Francia è alle prese con incertezze politiche, mentre la Spagna si conferma il mercato più dinamico, trainata dai settori dei servizi e del turismo.

In questo contesto, l'economia italiana si prevede manterrà ritmi di crescita contenuti ma stabili nel corso dei prossimi anni. Questo nonostante un rallentamento generale del commercio globale e le costanti pressioni sui conti pubblici.
Nello specifico, Allianz Trade stima per l'Italia un incremento del PIL dello +0,5% nel 2025, seguito da una ripresa graduale che porterà a +0,7% nel 2026 e a +0,9% nel 2027. Il secondo trimestre del 2025 ha registrato una lieve contrazione trimestrale del -0,1%. Questo calo è attribuibile principalmente all'inversione del frontloading delle esportazioni verso gli Stati Uniti, un fenomeno che ha visto un anticipo delle spedizioni. La conseguente diminuzione del commercio netto ha neutralizzato la modesta resilienza della domanda interna.

Sebbene i consumi rimangano deboli, emergono segnali di ripresa, supportati dal miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie e dalla progressiva riduzione dei tassi di interesse. Gli investimenti hanno evidenziato un incremento dell'1,0% nel secondo trimestre 2025 e sono attesi in ulteriore rafforzamento grazie all'accelerazione nell'utilizzo dei fondi del Next Generation EU (NGEU), il piano di ripresa europeo. Tuttavia, ritardi nella spesa e le scadenze stringenti per la presentazione delle richieste di pagamento, fissate entro il 2026, limitano l'impatto complessivo del programma sulla crescita.


Nonostante un miglioramento dei conti pubblici nel 2024, la finanza pubblica italiana resta sotto pressione. Le previsioni di Allianz Research indicano che il deficit tornerà sotto la soglia del 3% del PIL solo nel 2027, mentre il debito pubblico si manterrà vicino al 135% del PIL. I costi elevati per gli interessi sul debito, stimati attestarsi intorno al 3,7% del PIL, insieme ai nuovi impegni di spesa come quelli per la difesa, continueranno a rappresentare sfide significative per la sostenibilità fiscale del paese.


«L’*Italia dimostra una resilienza moderata in un contesto globale complesso, ma la sua crescita resterà fragile e fortemente condizionata dalla ripresa della domanda esterna, dall’esecuzione tempestiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dalla capacità di incrementare la produttività interna», ha dichiarato *Maddalena Martini, Senior Economist per l'Italia presso Allianz. Ha inoltre sottolineato come «le opportunità derivanti dai fondi europei e dalla normalizzazione dei tassi debbano essere sfruttate rapidamente per scongiurare un rallentamento strutturale».


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