Outlook 2026: azioni, energia e oro tra AI, diversificazione e valutazioni elevate
Davies (Columbia Threadneedle Investments): investitori devono valutare l'AI con cautela, puntare su Europa, emergenti e oro
Il 2026 si presenta come un anno complesso per gli investimenti. Le valutazioni delle azioni sono alti livelli, spinta dalla corsa all'Intelligenza Artificiale (AI), ma emergono anche opportunità in Europa, nei mercati emergenti e nei beni rifugio come l'oro. Gli esperti concordano su un approccio selettivo e diversificato per far fronte a potenziali correzioni di mercato e incertezze geopolitiche.
Negli Stati Uniti, le azioni rimangono al centro del dibattito. William Davies (Columbia Threadneedle Investments) avverte che le valutazioni "lascia meno margine di errore". "Le valutazioni, in particolare negli Stati Uniti, lasciano meno margine di errore" Davies. Egli segnala segnali di "eccesso fiscale" e ricorda il boom delle dot.com. David Pascucci (XTB) paragona il rally dell'AI a quella bolla, indicando il 2026 come "momento della verità" per verificare se utili e margini sosterranno gli investimenti in data center.
Altri analisti difendono l'AI come cambiamento strutturale. Lucas Klein e Marc Pinto (Janus Henderson Investors) sostengono che le valutazioni attuali sono "di un ordine di grandezza inferiore rispetto al picco delle dot.com". Rebekah McMillan (Neuberger Berman) evidenzia il rischio legato al "ciclo di Capex dell'AI", ricordando che grandi investimenti in conto capitale tendono a sottoperformare quando la "perfezione è già stata scontata".
Per mitigare questi rischi, gli investitori guardano all'Europa e ai mercati emergenti. Sebastian Schrott (T.Rowe Price) è "cautamente ottimista" sulle azioni europee, sottolineando bilanci solidi e spesa pubblica in difesa e infrastrutture. Favorisce le società SMID cap europee, più isolate dalle tensioni commerciali USA-Cina. Michael Heldmann (AllianzGI) aggiunge che le valutazioni europee sono più interessanti sia in ottica value che growth. In Italia, Filippo Di Naro (Anima Sgr) mantiene una posizione neutrale sulle large cap, ma predilige settori di qualità come wealth management, lusso e food & beverage, oltre a small e mid cap. Francesco Sandrini (Amundi SGR) suggerisce di ribilanciare l'allocazione verso i mercati emergenti, apprezzando il rendimento delle obbligazioni e la bassa correlazione con altri asset.
Nel settore delle materie prime, l'oro emerge come copertura strategica. Marc Seidner (PIMCO) segnala che il prezzo ha superato i 4.300 $ l'oncia, spinto da domanda di protezione dall'inflazione, copertura geopolitica e diversificazione dal dollaro. "Considerate allocazioni modeste e diversificate tra oro e materie prime per migliorare la resilienza del portafoglio" Seidner. Gregor MA Hirt (Natixis IM) mantiene posizioni sull'oro ma valuta anche argento e azioni di società aurifere. Per il petrolio, David Pascucci prevede un eccesso di offerta nel 2026, con prezzi potenzialmente intorno ai 50 $ al barile, salvo shock geopolitici o restrizioni. Infine, Paul Jackson (Invesco) osserva che oro e Bitcoin risultano "insolitamente costosi" in termini reali, mentre le materie prime industriali (energia e metalli) sono a livelli storici e potrebbero beneficiare di un'accelerazione economica globale.
- AI: valutazioni elevate, rischio di correzione.
- USA: attenzione a margini di errore e Capex.
- Europa: opportunità in SMID?cap, valutazioni più interessanti.
- Mercati emergenti: rendimenti obbligazionari e diversificazione.
- Oro: protezione inflazione, copertura geopolitica.
