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24/12/2025

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L'Intelligenza Artificiale rivoluziona il welfare aziendale europeo

Terraneo (Eudaimon): il futuro del welfare aziendale sarà sempre più data driven, ma non potrà prescindere dalla fiducia

AI è ormai una componente strutturale delle strategie HR in molte realtà europee. Il suo impatto sul welfare aziendale sta modificando processi, strumenti e modelli di leadership, oltre alle aspettative dei dipendenti. Il GEBS 2025 rileva che circa tre datori di lavoro su cinque considerano l'AI capace di accorpare il tempo dedicato all'amministrazione del welfare, mentre il 55?% la vede come leva per migliorare la definizione dei piani aziendali.
Dallo studio condotto dal gruppo Epassi, leader europeo nelle soluzioni digitali per gli employee benefit, emergono dati significativi per Italia e Regno Unito: il 71% dei datori di lavoro italiani e il 70% di quelli britannici ritengono che l'AI possa allineare i benefit agli obiettivi aziendali.

L'integrazione tra consulenza e tecnologia amplia l'offerta di servizi e rende il benessere più misurabile. Eudaimon, acquisita da Epassi nel 2023, utilizza algoritmi che apprendono progressivamente le preferenze dei dipendenti, suggerendo soluzioni più pertinenti e mirate.
"Per il mondo del welfare si apre una nuova fase, che lo rende sempre più accessibile, fruibile e personalizzato. Un modello on demand in cui le persone possano trovare con facilità ciò di cui hanno bisogno, attraverso un'esperienza fluida e su misura, capace di adattarsi alle preferenze individuali. L'obiettivo non è solo semplificare, ma trasformare la tecnologia in un alleato che migliori l'esperienza e la relazione tra azienda e persone", afferma Elisa Terraneo, marketing manager di Eudaimon. "Il futuro del welfare aziendale sarà sempre più data driven, ma non potrà prescindere dalla fiducia. E quella fiducia si costruisce attraverso tecnologia, ascolto, formazione e una comunicazione capace di trasformare l'innovazione in valore umano".

Il rapporto GEBS 2025, redatto con Pole Star Advisory e la Aalto University School of Business, evidenzia differenze di familiarità con l'AI tra manager e dipendenti nei vari paesi. In Finlandia il divario è di 13 punti percentuali (40% vs 27%), in Svezia di 22 punti (52% vs 30%). In Italia i manager mostrano più ottimismo: il 65% crede in un impatto positivo sull'AI, rispetto al 49% dei lavoratori; in Germania il divario è minimo (50% vs 48%).

"Le aspettative verso l'AI cambiano in base alla natura del welfare aziendale e al livello di maturità. Nei Paesi nordici, dove il welfare pubblico è ampio e la componente aziendale ha un carattere integrativo, l'adozione dell'AI viene considerata di minore impatto. In Italia, invece, sia le imprese che le persone sono consapevoli del ruolo decisivo del welfare aziendale sulla qualità della vita. L'AI può quindi avere un impatto molto positivo e supportare il benessere olistico", afferma Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon.

Il divario più marcato riguarda le consulenze previdenziali personalizzate: il 58% dei dipendenti britannici, il 52% di quelli tedeschi e italiani, ritengono che l'AI possa migliorare l'uso dei benefit per il proprio benessere, contro solo il 29?% in Finlandia e il 32?% in Svezia. In generale, i dipendenti europei mostrano più fiducia nell'efficienza operativa dell'AI che nei suoi benefici diretti per il benessere personale, indicando la necessità di una narrazione più condivisa sull'impatto umano.

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